devitalizzazione di un dente

Devitalizzazione dentaria: quando è necessario ricorrere a una terapia canalare

Tabella dei Contenuti

Introduzione

La devitalizzazione dentaria, conosciuta anche con il termine di cura o terapia canalare, consiste in una terapia endodontica, la cui finalità è quella di:

  • rimuovere meccanicamente la polpa dai canali radicolari, ossia quei tessuti vascolari e nervosi che si trovano all’interno di un dente e che hanno la funzione di portare ad esso nutrimento;
  • pulire, disinfettando attentamente fino all’apice, il canale in esame dalla presenza prodotti batterici
  • otturare lo spazio lasciato vuoto all’interno del dente (post rimozione del nervo) con l’utilizzo di un materiale inerte.

La devitalizzazione di un dente è un trattamento del tutto comune in odontoiatria e viene eseguita regolarmente presso qualunque studio odontoiatrico.

Presso il nostro studio dentistico di Roma San Giovanni verrete affidati alle cure dei nostri esperti in terapie canalari.

Durante l’intervento verrà totalmente annullato ogni senso di fastidio (soprattutto grazie all’uso dell’anestesia locale), quindi non dovrete preoccuparvi di provare alcun dolore!

In questo approfondimento scopriremo insieme alcune curiosità relative alla devitalizzazione dentaria, utili per farvi comprendere l’importanza che questa terapia ha oggigiorno.

Quando effettuare una devitalizzazione dentaria?

fastidio che richiede devitalizzazione dente

Ciò si rende necessario in seguito a processi cariosi non opportunamente trattati, che portano:

  • alla distruzione dello smalto (che, come tutti sappiamo, è lo strato più esterno del dente);

  • e intaccano la dentina (lo strato intermedio situato tra polpa e smalto), finendo per interessare anche la polpa dentale, ed è per questo motivo che si ha mal di denti.

In quanto parte sensibile del dente, l’esposizione della polpa ad agenti esterni, come batteri o tossine (ma pensiamo anche ai batteri presenti nella saliva stessa), può provocare infiammazioni talvolta molto dolorose.

Il rischio è quello di generare casi di pulpite dentale (caratterizzata da un senso di dolore penetrante e “pulsante”).

Ma non è tutto!

Trascorsa questa fase si può riscontrare una discesa dell’infezione all’interno del dente, andando a procurare a lungo andare un granuloma, ossia un’infiammazione del tessuto osseo intorno alla radice del dente, che con il tempo può trasformarsi in una lesione cistica.

Può essere necessario ricorrere a una devitalizzazione dentaria anche in seguito a forti traumi esterni (pensiamo al classico dente spezzato o fratturato a causa di un colpo ricevuto fortuitamente o volontariamente).

Successivamente a tale evento traumatico, il dente si trova in una condizione di shock.

Si ha, così, un danneggiamento spesso irreversibile dei nervi e vasi sanguigni che lo compongono, evento che può portare facilmente a una necrosi.

Perché si ha timore di effettuare una devitalizzazione dentaria?

Molto deriva da un retaggio del passato, in quanto le vecchie procedure di cura portavano con il tempo alla perdita dei denti devitalizzati.

In realtà questa perdita avveniva per colpa di un errato modo di effettuare la devitalizzazione del dente! Difatti si eseguiva:

  • in ambienti e con materiali non opportunamente sterilizzati;
  • con un incompleto procedimento di aspirazione della saliva, portando alla contaminazione del dente con i batteri presenti in essa;
  • non esistevano strumenti all’avanguardia, come quelli al nichel titanio che utilizziamo oggi e pertanto a terapia risultava incompleta.

Ricordiamoci che una corretta devitalizzazione dentaria deve essere effettuata per tutta la lunghezza della radice (non devono rimanere porzioni nelle quali non sia stata eseguita la procedura e il successivo inserimento di materiale inerte).

Una devitalizzazione del dente ben eseguita, manterrà il dente in condizioni tali da poter rimanere nella nostra bocca per tutto il resto della nostra vita.

Anzi, in certi casi tale terapia fa si che il dente vada in anchilosi (una sorta di fusione tra osso ed elemento dentale, tale da non consentirgli un movimento ortodontico).

Questo accade in quanto il dente, una volta che viene privato del nervo e del suo tessuto vascolare, vede sostituirsi il legamento parodontale (composto da fibre dentali che collegano il dente con l’osso) con tessuto osseo, provocando una sorta di fusione del dente con l’osso circostante.

Ovviamente, con questo non vogliamo di certo dire che è buona norma eseguire la devitalizzazione dei denti, solo con la finalità di stabilizzarli maggiormente!

Come si devitalizza un dente: i passaggi

Ora che abbiamo approfondito alcuni aspetti relativi alla terapia canalare (se la chiamiamo anche così non pensate male, non vi è differenza tra cura canalare e devitalizzazione!), adesso vediamo brevemente come si devitalizza un dente.

Il primo passaggio che viene eseguito è sempre quello dell’anestesia, momento fondamentale in quanto consente l’esecuzione dell’intervento di devitalizzazione in assenza di sensibilità.

Successivamente ad essa, verrà eseguita una ricostruzione post-endodontica del dente, nei casi in cui è presente una frattura estesa o distruzione dei suoi tessuti.

Si procede, in seguito, all’isolamento del campo operatorio mediante applicazione di una diga di gomma, uno strumento davvero semplice ed efficace che consente di evitare che umidità e saliva possano intaccare la zona nella quale verrà eseguito l’intervento.

Apertura della camera pulpare e intervento vero e proprio

Il vero e proprio intervento inizia con:

  • un’apertura (non invasiva) della camera pulpare e il reperimento delle strutture della polpa;
  • a cui dovrà seguire una pulizia completa dei canali radicolari, utilizzando strumenti di ultima generazione.

Finalità di questo passaggio fondamentale sarà l’asportazione del tessuto contaminato da batteri e sostanze infette, preparando la parte trattata a ricevere una successiva otturazione.

Per disinfettare al meglio la parte sarà necessario eseguire più volte dei lavaggi con ipoclorito di sodio.

Tale soluzione, consentirà di preparare al meglio il dente alla successiva fase, nella quale verranno inseriti appositi materiali sigillanti canalari.

L’otturazione dei canali radicolari con guttaperca (un materiale flessibile e isolante, ottenuto dal lattice di alcune piante), rappresenta il passaggio finale del procedimento di devitalizzazione dentaria.

Prima di essere inserita verrà scaldata accuratamente.

Essa è a tutti gli effetti un materiale inerte e totalmente biocompatibile, cosa che garantisce:

  • assenza di proliferazione batterica;
  • efficacia nel garantire che la cura canalare consegua risultati ottimali.

Una volta eseguito l’intervento, il paziente non proverà più dolore associato all’esposizione del canale radicolare, e non vi sarà più nessuna infezione.

Di conseguenza verrà ricostruita la porzione di dente mancante, riportando l’elemento precedentemente malato, a ottenere la piena funzionalità.

Dolore al dente devitalizzato: è possibile?

dolore a dente devitalizzato

Ciò nonostante, i recettori del dolore non vengono realmente rimossi, in quanto si va ad agire sulla polpa dentale.

É del tutto normale che si possa provare dolore sul dente devitalizzato, subito dopo l’intervento, una volta terminato l’effetto dell’anestesia.

In questo caso consigliamo la classica applicazione di ghiaccio sulla parte dolente per pochi minuti, alternandola con momenti di pausa.

Qualora il dolore fosse più forte, sempre e solo tramite consiglio medico, si può propendere per l’assunzione di farmaci antidolorifici o antiinfiammatori (classico paracetamolo o ibuprofene).

Ricordiamo sempre le buone norme post operatorie, ossia:

  • eseguire una regolare igiene orale domestica;
  • riguardare l’alimentazione, soprattutto nei primi giorni;
  • evitare il fumo di sigaretta o ridurlo il più possibile.

Ma nonostante questo, è possibile che nel tempo si possa riproporre una sensazione di dolore sul dente devitalizzato?

Se la procedura è stata eseguita correttamente, no!

In caso contrario è possibile che questo accada, come ad esempio nei casi di:

  • detersione incompleta dei canali;
  • incrinature nelle otturazioni precedentemente realizzate;
  • difficoltà tecniche o frettolosità nell’esecuzione dell’intervento.

In questi casi è chiaro il segnale di un insuccesso della devitalizzazione dentale eseguita, cosa che renderà necessario:

  • ripetere la terapia canalare;
  • estrarre il dente.

Conclusioni

Abbiamo visto che la devitalizzazione dentaria è una terapia endodontica molto comune, che consente di ottenere la piena guarigione del paziente nella quasi totalità dei casi.

Tuttavia, qualora questo trattamento non venga eseguito al meglio, potrebbe essere necessario ripetere l’operazione.

Anche per questo è opportuno rivolgersi sempre e comunque a veri esperti in endodonzia, che garantiranno la buona riuscita della procedura di devitalizzazione.

In tal senso lo Studio Falchetti rappresenta un’assoluta garanzia se necessiti di eseguire una devitalizzazione dei denti a Roma.

Richiedere un consulto medico presso la nostra clinica è semplice!

Non devi fare altro che contattarci allo 06 7720 1233 o al 392 8022 767, oppure compilare il form seguente per prenotare una prima visita!

Ci troviamo a Roma, in Via Cappadocia 12-18.

Dr.ssa Paola Falchetti