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Pulpite dentale: come identificarla e curarla al meglio

Tabella dei Contenuti

Introduzione

Una condizione di pulpite dentale è identificabile e definibile, nella stragrande maggioranza dei casi, come un dolore più o meno acuto, pulsante o continuo che non ci mette in condizione di stare tranquilli:

  • quando siamo fuori a cena;
  • se mangiamo o beviamo qualcosa di caldo o freddo;
  • qualora ingeriamo sostanze dolci.

Ci riferiamo spesso al comune termine di mal di denti o odontalgia, facendo riferimento a quel dolore, ma in realtà potrebbe trattarsi di un caso di pulpite acuta, il cui sintomo, che più frequentemente la caratterizza è, appunto, l’ipersensibilità.

Diagnosi topografica

Il tipo di diagnosi che dobbiamo effettuare primariamente, per stabilire che si tratta realmente di pulpite al dente, è di tipo topografico.

Evidenziare cioè se il problema è circoscritto a un unico elemento dentario o più diffuso nel tessuto circostante e quindi avere anche una origine parodontale.

Il dolore solitamente si evidenzia se dipendente da un processo carioso, quando i batteri sono arrivati ad intaccare la dentina, all’interno della quale troviamo i tubuli dentinali.

Tanto più ampi essi sono, tanto maggiore è la dolorabilità che scatenano.

Pulpite reversibile (o iperemia pulpare)

Parliamo di pulpite reversibile quando il dolore cessa a seguito della rimozione dello stimolo tattile (percussione del dente) o termico (somministrazione di bevande calde o fredde e la risposta algica si autolimita in un periodo breve (5-10 minuti) a seguito della rimozione dello stimolo irritativo.

Questa condizione, definita anche di iperemia pulpare, potrebbe talvolta verificarsi a seguito del traumatismo e dello shock termico indotti da una preparazione cavitaria, cioè quando il dentista interviene su un dente per rimuovere tessuto cariato ed effettuare l’otturazione.

Tutto questo può essere in parte prevenuto con il controllo costante dell’efficienza delle frese e del sistema di irrigazione dei manipoli.

La causa più rilevante che conduce all’iperemia pulpare, rimane comunque la colonizzazione batterica, ossia una fase in cui la carie che affligge il dente, penetra in profondità e arriva oltre lo smalto dentario.

Pulpite acuta (o pulpite cronica)

donna sofferente causa pulpite

Quando il processo carioso e infiammatorio prosegue in profondità, interessando le zone di confine tra il tessuto duro e la camera pulpare o talvolta la intacca direttamente, siamo di fronte all’espandersi dell’iperemia pulpare in un ambiente volumetricamente fisso come quello camerale.

Questo genera una impossibilità di autodetersione e porta a classificare la pulpite come acuta o cronica.

Una volta rimosso lo stimolo il dolore derivante dalla pulpite al dente permane in forma sorda, a causa della contestuale attivazione delle fibre C intrapulpari.

Cosa comporta una forma di pulpite acuta

Il passaggio ad una cosiddetta pulpite dentale acuta, comporta un radicale cambiamento nell’approccio terapeutico, che richiederà il ricorso all’endodonzia con necessaria sedazione endovenosa.

Non è più sufficiente una semplice otturazione del dente, ma dobbiamo ricorrere alla detersione e alla disinfezione anche del tessuto radicolare.

La pulpite acuta (o pulpite cronica) presenta, inoltre, anche una forma piuttosto avanzata che genera dolore ad insorgenza spontanea, continuo ed accentuato, in posizione supina e pertanto particolarmente spiccato durante le ore del riposo notturno.

Paradossalmente, la stimolazione al freddo, che induce vasospasmo locale, può prodursi in un’azione lenitiva.

Quest’ultima manifestazione è quella che ci fa ricorrere alle terapie odontoiatriche con urgenza o all’utilizzo di antidolorifici ad azione rapida, anche se spesso senza efficacia.

L’unico rimedio per una forma di pulpite acuta è rappresentato dalla terapia canalare, a volte necessariamente accompagnata da terapia antibiotica concomitante.

Cause che conducono alla formazione di una pulpite dentale

Come già spiegato precedentemente la causa che scatena maggiormente il dolore pulpare o pulpite del dente, è la presenza di carie che intacca i tessuti dentari.

Tuttavia ci sono alcune cause meno frequenti che verificandosi danno origine a tale patologia.

Traumi dentali: le botte accidentali che causano fratture più o meno profonde degli elementi dentari possono esporne la polpa o sensibilizzarla a tal punto da scatenare l’esposizione a stimoli termici o tattili e quindi causare dolore.

Parodontite (anticamente conosciuta come piorrea): la retrazione gengivale o la formazione di tasche parodontali determina l’esposizione di zone dentali come la radice che sono particolarmente sensibili.

Bruxismo: l’abitudine di sfregare i denti e portarli all’usura determina un consumo della smalto soprattutto incisale e espone, nei casi più gravi, i tubuli dentinali all’ambiente esterno.

Alcune terapie in pazienti con bruxismo avanzato prevedono la devitalizzazione degli elementi dentari prima di poterli ricostruire perché presentano addirittura la polpa esposta.

Insulti termici derivati da procedure dentali (es. sbiancamento laser con lampade a CO2): difficilmente possiamo parlare di vera e propria pulpite dentale in questi casi, ma sicuramente di ipersensibilità dei denti che può arrivare al dolore.

Malocclusioni dentarie.

Sintomi che ci avvisano della comparsa di una pulpite dentale

Sicuramente il dolore scatenato da stimoli particolarmente caldi o freddi, che siano cibi o bevande è il primo sintomo inconfondibile di una pulpite dentale (anche se a volte potrebbe essere confusa con altri tipi di patologie, come nel caso delle pericoroniti).

  • Se il sintomo cessa poco dopo la rimozione dello stimolo che lo ha causato siamo di fronte a una forma di pulpite dentale reversibile (o iperemia pulpare) e trattabile con terapie minimamente invasive.
  • Quando il dolore diventa PULSANTE, INTERMITTENTE, CONTINUO e particolarmente intenso di notte ci troviamo di fronte a una forma irreversibile di pulpite acuta o cronica, che deve essere necessariamente trattata con una repentina terapia canalare.

Purtroppo talvolta in alcuni pazienti con una soglia del dolore molto alta, la pulpite al dente può anche passare misconosciuta o non presentare sintomi.

In questi casi la carica batterica, una volta in profondità, dopo aver intaccato i tessuti nervosi, trova una via di uscita nel tessuto parodontale, causando ASCESSI GENGIVALI.

Questi sono raccolte di pus nel solco gengivale o nel palato che sicuramente sono un sintomo di infiammazioni e infezioni pulpari.

Come curare la pulpite: i rimedi più efficaci

Prevenzione dentale

In ambito sanitario sicuramente la prevenzione è la miglior strategia terapeutica, e lo è anche per la cura della pulpite.

L’intercettazione di un processo carioso allo stadio iniziale determina sicuramente una terapia minimamente invasiva in termini di costi biologici ed economici.

Una banale otturazione è sicuramente meno dispendiosa e meno destruente per il dente che deve essere curato.

Terapie canalari

terapia canalare per curare pulpite dentale

Viceversa quando il dolore derivante dalla pulpite dentale è importante o abbiamo ascessi gengivali dobbiamo necessariamente ricorrere alle terapie canalari.

Parliamo di un trattamento risolutivo, ma lungo e più costoso e molto spesso necessariamente seguito da un secondo intervento di tipo protesico sul dente.

Per evitare infatti che l’elemento dentario possa fratturarsi perché indebolito dall’assenza della polpa dobbiamo intervenire con l’installazione di un intarsio o di una corona sullo stesso dente.

Si tratta di un trattamento protesico che prevede almeno altri due appuntamenti.

Accorgimenti alimentari e di igiene orale

Dato che la maggior parte delle pulpiti dentali è conseguenza di processi cariogeni, l’adozione di alcuni semplici accorgimenti alimentari, abbinata alla correzione di abitudini viziate può evitare l’insorgenza di queste problematiche.

Sicuramente annoveriamo una corretta igiene orale tra le strategie preventive, igiene orale domiciliare che deve essere accompagnata da una igiene orale professionale e controlli dal dentista con scadenza semestrale.

Da un punto di vista di igiene alimentare, per prevenire la pulpite dentale è opportuno evitare o limitare strettamente il consumo di dolci, bevande gassate, alimenti collosi o aderenti ai tessuti dentali.

Questi possono scatenare in brevissimo tempo un processo di proliferazione batterica, con conseguente rilascio di acidi e creazione di cavità cariose.

Cura della pulpite dentale presso lo Studio Falchetti di Roma

Come visto la terapia per la cura della pulpite dentale prevede la preparazione cavitaria e l’otturazione di tale cavità, atta a rimuovere tutto lo smalto e la dentina rammolliti dalle sostanze acide rilasciate dai batteri.

Se abiti nella Capitale o nei suoi pressi, devi sapere che lo Studio dentistico della Dr.ssa Paola Falchetti è all’avanguardia nella cura di casi di pulpite.

Affidati a noi senza indugi!

Ci troviamo a Roma, in Via Cappadocia 12-18, per richiedere un appuntamento puoi anche compilare il form che trovi di seguito!

Dr.ssa Paola Falchetti